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Storia approfondita di Edolo dalla Preistoria al Periodo Veneto
Dalle origini Edolo si impone come luogo cruciale di passaggio tra vari valichi alpini che collegano l’attuale provincia di Brescia al Trentino (e da qui all’Austria) e alla provincia di Sondrio da cui si accede alla Svizzera.

Preistoria

Alcune incisioni rupestri sono state ritrovate nel territorio.
Le prime notizie certe risalgono al periodo celtico in cui Mù (attuale frazione di Edolo) fu il vicus (villaggio) principale del pagus (circoscrizione rurale a capo di un territorio) che comprendeva questa zona. Per secoli il centro più importante è stato Mù, soppiantato poi da Edolo da cui è stato inglobato.

E’ anche ipotizzabile, in base ad alcuni toponimi locali, un’origine di Mù precedente a quella celtica: potrebbe risalire ai Liguri (1200 a.C.).

Periodo romano

Durante l’epoca romana è attestato un insediamento, in corrispondenza di un guado sul fiume Oglio, che fungeva da stazione di posta. La strada che passava da qui (la Via Valleriana) si dirigeva con varie diramazioni verso i Passi del Mortirolo, del Gavia, del Tonale, del Montozzo e, tramite i passi di Guspessa e Aprica, verso i Passi del Bernina e dello Stelvio.


La valle venne conquistata dai Romani nel 16 a.C. e a suo capo venne posta Cividate (Civitas Camunnorum), nella parte centrale della valle. L’importanza di questo centro è attestata dal ritrovamento di un teatro e di un anfiteatro dell’epoca.

Periodo barbarico e cristianizzazione

Al crollo dell’Impero Romano (476 d.C.) anche Edolo vide l’affacciarsi di distruttive orde barbariche (Eruli, Goti, Ostrogoti e Longobardi).

Al regno della regina longobarda Teodolinda risale la cristianizzazione della valle. La forte tradizione pagana perdurerà però per secoli tanto che nell’VIII secolo a Edolo veniva ancora adorato il dio Saturno.

Medioevo

Con l’avvento dei Franchi di Carlo Magno il cristianesimo si affermerà tramite il beneficio, concesso dal re sulla valle, al Monastero di S. Martino di Tours in Francia. I monaci provvederanno oltre alla cura della anime, alla bonifica dei terreni paludosi del fondovalle.

Nel periodo medievale la rocca e i territori di Mù e Edolo passarono sotto il controllo politico e amministrativo del vescovo di Brescia.

Al vescovo andarono le decime e gli affitti raccolti dalla curia costruita nelle vicinanze dell’antica pieve (attuale chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente).

Nel 1200 la rocca (di cui rimangono pochi resti) passò sotto i Federici, potente famiglia ghibellina della valle.

I ghibellini della zona rivendicavano l’indipendenza della valle, già concessa nel 1164 da Federico Barbarossa, mentre i guelfi professavano fedeltà alla città di Brescia.

Nel Trecento i Federici si allearono ai Visconti di Milano contro la guelfa Brescia e vennero ricompensati, a inizio Quattrocento, con la concessione dei pedaggi applicati all’attraversamento del Ponte Alto, fino ad allora dovuti al vescovo di Brescia.

 

Altre epoche storiche:

Risorgimento
Regno d’Italia
Opere pubbliche
Guerre Mondiali

Periodo veneto

Quando Venezia, nella sua espansione nell’entroterra nella prima metà del Quattrocento, conquistò la città e la Valcamonica, i Federici vennero privati di ogni potere politico e giurisdizionale e i loro beni, in parte, confiscati.

Sotto il dominio veneto si stabilì un periodo di pace che favorì il fiorire delle arti e dei mestieri.
Edolo confermò il suo ruolo tradizionale (sorgendo lungo importanti strade) diventando zona di confine della Repubblica Veneta.

Nel 1476 a Edolo è attestato il funzionamento di alcuni mulini, di tre fucine con magli a acqua, di una segheria e di una tintoria.

Il 1510 costituisce una data nefasta per il paese e l’intera vallata, in questo anno arrivarono gli inquisitori domenicani che portarono al rogo una sessantina di “streghe” in tutta la valle. Si riteneva che, nel vicino Tonale, si svolgessero i sabba demoniaci.

Venezia, alcuni anni dopo, si trovò costretta ad intervenire con una indagine sul comportamento degli inquisitori: da più parti giungevano accuse di sentenze dettate solo dalla brama di appropriazione dei beni che sarebbero stati requisiti alle condannate.

Nel corso del XVI secolo sorse a Edolo un Monte di Pietà che, con la sola richiesta della restituzione delle derrate prestate entro l’autunno successivo, concedeva grano, miglio e segale per la semina e per la consumazione.

Nel Seicento una serie di carestie, alluvioni, pestilenze e stanziamenti di truppe (a carico degli abitanti) misero in ginocchio il paese. La peste del 1630, per fare un esempio, uccise 720 persone. Sarà proprio il suo ruolo chiave nei commerci che permetterà a Edolo di risollevarsi.

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Copyright 2004 Barbara Panteghini